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ARTURO 3


di tizytrav
16.11.2017    |    1.423    |    14 9.8
"Venne in bocca e sul reggiseno che mi tolsi..."
Tornai a casa che era quasi giorno, il tempo di una doccia, due ore di sonno e poi una bella sudata in palestra e due ore al centro benessere di un noto hotel in zona. Ripensandoci, visto anche che il buon Antonio tornava dalla mogliettina e mi lasciava sola tutto il week end, non era nemmeno così grave che mi fossi concessa a Arturo, la cosa complicata è che non riuscivo a non pensare al suo cazzo che entrava e usciva dalle mie carni, del suo seme che mi inondava, dei suoi baci, dei suoi morsi ai capezzoli .... insomma avevo voglia di lui.
La sera avevo deciso di tornare a trovarlo e verso le nove mi preparai.
Gonna cortissima, camicetta aperta, reggiseno di pizzo bianco e sandali a tacco 12.
Mi guardai e sospirai pensando che forse sarei stata sua anche quella sera.
Arrivata da lui parcheggiai e lo vidi sulla porta di casa, mi fece un cenno di saluto, lo raggiunsi e mi comincò a baciare sul collo, cingendomi con foga e mettendo le mani dappertutto. Poi mi mise la lingua in bocca e mi spogliò! Rimasi in intimo e lui tutto nudo, mi girò, mi mise a pecorina distesa sul cofano della macchina e mi entrò dentro subito facendomi urlare dal dolore. Mi arrivò allo stomaco dicendomi che ero la sua donna che non mi avrebbe mai lasciato e che se lo lasciavo mi ammazzava ..... cominciò a strizzarmi forte i capezzoli e quando urlai per il dolore mi prese sotto e mi strizzò forte facendomi quasi svenire.
Mi cavalcava come un forsennato e quando venne lo mise tutto dentro inondandomi fino allo stomaco. Poi senza nemmeno riposarsi, mi girò, mi aprì le gambe e rientrò dentro di me per ricominciare a pomparmi per una buona mezz'ora, mentre io cominciai a venire e a urlare come una fuori di testa gli dicevo di scoparmi più forte, di staccarmi i testicoli che non li volevo più e di aprirmi tutta. Quando sentivo che stava per venire, lo spinsi fuori, mi inginocchiai e mi feci sborrare in bocca e sul seno. Fu una sborrata fantastica, un fiume in piena. Leccai tutto quanto e gli ripulii bene il cazzo, poi ci mettemmo un po' in macchina a parlare e scambiarsi due baci. Ero ancora nuda quando ricominciò a toccarmi facendomi venire di nuovo. Il suo cazzo era di nuovo dritto e duro quando mi abbasso la testa e me lo mise ancora in bocca. Gli feci un pompino bellissimo, adoravo quel cazzo di 22 centimetri venoso e rosso, con una grossa cappella che quando mi entrava dentro mi apriva le porte del paradiso. Venne in bocca e sul reggiseno che mi tolsi. Ormai avevo fatto il pieno ed era tardi, mi rivestii e tornai a casa. Odoravo di sborra e di lui e mi piaceva il sapore che avevo in bocca e nel culetto.
Aprii la porta di casa e Antonio era tornato.
Mi guardò, non disse niente, gli dissi "Ciao!"
" Ho litigato con tutti perché volevo stare insieme a te stasera..... dove sei stata??"
" E' lunga da spiegare Antonio! sono stanca, faccio una doccia e vado a letto!"
" Domani te ne vai, da oggi tutto quanto sarà a tuo carico!!!"
" Ecco, bravo, sai che ti dico, dal momento che da domani pago io, comincia ad andartene tu!!!! Ci vediamo domani al lavoro!"
Uscì senza dire niente e i sensi di colpa cominciarono a farsi sentire. Oltre tutto a lui dovevo la trasformazione e il desiderio di diventare donna che doveva portare, nel termine di un anno ancora, a operarmi definitivamente. Feci una doccia ed andai a letto cercando di dormire ma era difficile visto che l'avevo combinata grossa e che, nonostante tutto quello a cui sarei andata incontro, non ero affatto pentita.
Non mi mancavano i soldi in quanto Antonio non mi aveva fatto mancare niente e lo stipendio che prendevo, peraltro da dirigente, finiva tutto in banca a parte poche spese per i vizi.
Mi preoccupava il lavoro più che altro, anche se ero brava davvero specialmente nelle analisi dello stato di salute delle aziende, difficilmente avrei trovato un altro posto.
La mattina dopo, in tailleur, tacchi alti e camicietta bianca, mi presentai in ufficio. Passò dalla mia scrivania e mi disse di seguirlo in ufficio. Quando fummo lì, tirò fuori il suo miglior sorriso e mi disse
"Pensavi che ti avrei licenziata? e invece no! dal momento che sei brava non vedo perché dovrei farti fuori ma da oggi niente più rapporti eccetto il lavoro!" "Nessun problema! vorrei però spiegarti!" "cosa vuoi spiegare troia! puzzavi di sperma lontano un chilometro ..... spero per te che ne sia valsa la pena!" "mi ha scopata bene...... ma non so se ne vale la pena!" uscii, tornai a lavorare come niente fosse. La sera passai da Arturo ma non mi fermai, avevo voglia di scappare da tutti e due. Ma la storia è ancora lunga.

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